In uno studio, quasi il 20% dei pazienti che hanno sofferto di un infarto non-STEMI e che avevano una malattia coronarica trivasale o una malattia dell’arteria coronaria principale di sinistra, sono stati sottoposti a terapia medica, senza rivascolarizzazione.
Inoltre, l'ampia variabilità osservata tra gli ospedali con questa strategia ha indicato che non esiste una soglia standard per l'impiego della rivascolarizzazione in questa popolazione di pazienti.
Anche negli ospedali con capacità di rivascolarizzazione, la strategia di gestione medica è ancora spesso utilizzata per i pazienti che potrebbero trarre maggiori benefici dalla rivascolarizzazione, in particolare in pazienti con malattia trivasale e in coloro che presentano un significativo coinvolgimento dell’arteria coronaria principale di sinistra.
Lo studio ha riguardato 42.535 pazienti provenienti da 423 ospedali degli Stati Uniti nel Registro ACTION - GWTG ( 2007-2012 ).
I pazienti non erano stati sottoposti a intervento chirurgico di bypass e presentavano malattia trivasale ( stenosi maggiore o uguale a 50% in tutti i principali vasi coronarici ) o malattia principale di sinistra ( lesione maggiore o uguale al 50% ) osservata durante angiografia eseguita in ambiente ospedaliero.
I ricercatori hanno stratificati gli ospedali ( n=316 ) con un volume sufficiente ( 25 o più pazienti con infarto non-STEMI trattati ) in terzili sulla base della strategia di gestione medica impiegata.
Complessivamente, il 17.6% dei pazienti sono stati gestiti mediante approccio medico. La percentuale dei pazienti trattati con strategia medica non si è modificata significativamente nel periodo 2007-2012 ( P=0.11 ). ( Xagena2014 )
Fonte: American Heart Journal, 2014
Cardio2014