La terapia con Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) è da considersi una pietra miliare nella prevenzione degli eventi tromboembolici, ma le recidive di eventi vascolari sono stimate presentarsi nell’8-18% dei pazienti dopo 2 anni di assunzione dell’Aspirina per la prevenzione secondaria. L’incidenza di resistenza all’Aspirina varia tra il 5 ed il 60%, sulla base del test adottato.
Rimane, tuttavia, da chiarire la relazione tra misurazioni biologiche della resistenza all’Aspirina e gli eventi clinici avversi.
Uno studio, coordinato da Ricercatori del Gill Heart Institute a Lexington negli Stati Uniti, si è posto l’obiettivo di determinare se i pazienti con documentato infaro miocardico in terapia con Aspirina, presentino una maggiore probabilità di sviluppare resistenza all’Aspirina, rispetto ai pazienti con malattia coronarica, senza storia di infarto miocardico.
Lo studio ha esaminato le risposte all’Aspirina utilizzando il Verify Now Aspirin Assay su 50 casi e su 50 controlli, che avevano assunto l’Aspirina entro 48 ore dalla visita clinica.
E’ stato osservato un aumento, statisticamente non significativo, della prevalenza di resistenza all’Aspirina tra i pazienti con infarto miocardico ( 16% versus 12% nei controlli; OR = 1,40; P = 0,566 ).
Nei pazienti con malattia coronarica stabile, il sesso femminile era indipendentemente associato alla resistenza all’Aspirina ( OR = 4,01; P = 0,029 ).
Secondo gli Autori sono necessari studi di maggiori dimensioni per definire se la resistenza all’Aspirina, biologicamente definita, sia associata ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari. ( Xagena2007 )
Dorsch MP et al, Ann Pharmacother 2007; 41: 737-741
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