Lo studio AF-CHF ( Atrial Fibrillation and Congestive Heart Failure ) è uno studio multicentrico, prospettico, in cui 1.376 pazienti con scompenso cardiaco e frazione d’eiezione ventricolare sinistra uguale o inferiore al 35%, e storia di fibrillazione atriale, sono stati assegnati alla terapia per il controllo del ritmo o alla terapia per il controllo della frequenza.
Durante un periodo osservazionale di 37 mesi, il controllo del ritmo non ha migliorato gli outcome ( esiti ) dei pazienti, rispetto alla strategia per il controllo della frequenza.
La fibrillazione atriale nei pazienti con insufficienza cardiaca e disfunzione ventricolare sinistra è associata ad una prognosi meno favorevole.
Diversi studi clinici randomizzati hanno mostrato che il controllo del ritmo nei pazienti con fibrillazione atriale non migliora la prognosi, rispetto al controllo della frequenza.
Non è stato chiarito se la prevenzione della fibrillazione atriale nei pazienti con scompenso cardiaco e disfunzione ventricolare sinistra fosse associata ad un miglioramento della sopravvivenza.
Nello studio AF-CHF, il ritmo sinusale è stato documentato nel 75-80% dei pazienti nel gruppo controllo del ritmo, mentre nel gruppo controllo della frequenza, la frequenza cardiaca target è stata raggiunta da più dell’80% dei pazienti.
Il 58% dei pazienti nel gruppo controllo del ritmo ha presentato almeno una recidiva di fibrillazione atriale nel corso del periodo osservazionale.
I risultati dello studio AF-CHF rinforzano il concetto che la strategia del controllo della frequenza dovrebbe essere considerata di prima scelta per i pazienti con insufficienza cardiaca e disfunzione ventricolare sinistra, affetti da fibrillazione atriale, e che i farmaci antiaritmici per il controllo del ritmo dovrebbero essere prescritti solo in casi selezionati con persistenza dei sintomi.( Xagena2008 )
Fonte: European Society of Cardiology - Congress, 2008
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