La terapia con beta-bloccanti nei pazienti con scompenso cardiaco è ben tollerata e la sospensione del trattamento è ridotta.
Inoltre riducono il peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
E’ stato dimostrato che i beta-bloccanti migliorano la sopravvivenza nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica e disfunzione sistolica ventricolare sinistra.
L’impiego in clinica dei beta-bloccanti è ancora limitato a causa dei timori di effetti indesiderati.
Una revisione di 9 studi clinici randomizzati, che hanno interessato quasi 15.000 pazienti ha dimostrato che l’incidenza di effetti collaterali con l’impiego dei beta-bloccanti è relativamente piccola.
I principali effetti indesiderati sono stati: capogiri ( 0,057% per anno ), bradicardia ( 0,038% per anno ), ipotensione ( 0,011% per anno ).
Bassa è risultata anche la percentuale di pazienti che ha interrotto la terapia con beta-bloccanti ( 0,014% per anno ).
I beta-bloccanti riducono l’incidenza di morte totale del 27% nei pazienti con insufficienza cardiaca, oltre a ridurre il numero di ospedalizzazioni e la progressione della malattia.( Xagena2004 )
Fonte: Archives of Internal Medicine, 2004
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