Endurant è un nuovo stent permette di curare l’aneurisma dell’aorta addominale, anche nei pazienti che presentano un’anatomia complessa, sui quali non possono essere utilizzate le normali endoprotesi già in uso.
L’aorta è la più importante arteria del corpo umano. La sezione che si trova al di sotto del diaframma si chiama aorta addominale, ma quasi sempre si ammala la porzione che si origina al di sotto delle arterie renali e che termina nel punto in cui si divide nelle due arterie iliache comuni. Quando la parete di questo grande vaso si indebolisce a causa dell’età, di malattie o traumi, inizia a deformarsi, formando una sacca che viene chiamata aneurisma dell’aorta addominale. Con il progressivo indebolimento delle pareti arteriose, e a causa della forza esercitata dalla pressione sanguigna, cresce il rischio di rottura. La rottura dell’aneurisma provoca emorragia interna ed è un evento grave che richiede un intervento tempestivo, altrimenti le possibilità di sopravvivenza diventano minime.
Il rischio di aneurisma dell’aorta addominale aumenta con l’età e interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne. In Italia sono 84.000 le persone affette da aneurisma dell’aorta addominale, con oltre 27.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno.
La procedura mininvasiva comporta l’inserimento di una endoprotesi, costituita da un tubo in materiale sintetico, con uno scheletro in metallo, attraverso una piccola incisione praticata nella parte superiore di entrambi gli inguini.
L’endoprotesi viene posizionata grazie all’utilizzo di un catetere di rilascio, cioè un sottile tubo di gomma che deve trasportare l'endoprotesi e che viene rimosso al termine dell’intervento. Una tecnica, che può essere eseguita in anestesia locale in tempi ridotti e che comporta una degenza breve, evitando la permanenza nel reparto di terapia intensiva.
L’intervento chirurgico tradizionale, invece, deve essere condotto in anestesia generale o epidurale, ha una durata maggiore rispetto alla procedura endovascolare, con un periodo postoperatorio da trascorrere in recovery room o in terapia intensiva, con una degenza e una convalescenza generalmente più lunghe. ( Xagena2008 )
Fonte: Medtronic, 2008
Cardio2008