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Due bicchieri di alcol al giorno sono correlati a riduzione della mortalità dopo il primo infarto miocardico


Un moderato consumo di alcol a lungo termine è inversamente correlato alla mortalità per tutte le cause e la mortalità cardiovascolare negli uomini che sono sopravvissuti ad un infarto del miocardio.

I risultati sono in linea con quelli delle lineeguida dell’European Society of Cardiology ( ESC ) recentemente raccomandate secondo cui il consumo moderato di 10-30 g al giorno di alcol negli uomini dopo infarto miocardico non dovrebbe essere scoraggiato.

Lo studio di coorte, prospettico, HPFS ( Health Professionals Follow-up Study ) ha preso in esame 51.529 operatori sanitari di sesso maschile di età compresa tra 40 e 75 anni, che sono stati seguiti dal 1986 al 2006.

Durante questo periodo, 1.818 uomini sono andati incontro a un infarto miocardico non-fatale e 468 sono deceduti.

È stato calcolato il consumo medio di alcol a lungo termine nei soggetti sopravvissuti utilizzando un questionario di frequenza alimentare semiquantitativo a 131 voci.

Le porzioni standard sono state definite come un bicchiere, una bottiglia o lattina di birra, un bicchiere di vino da 120 ml circa e un bicchierino di liquore.
Per determinare i grammi totali di assunzione di alcol, i ricercatori hanno moltiplicato la frequenza di ogni tipo di bevanda ( 9 possibili categorie di risposta che vanno da mai a 6 o più volte al giorno ) per il contenuto di Etanolo in ogni porzione ( 12.8 g per la birra , 11.0 g per il vino, 14.0 g per il liquore ).

Il consumo di alcol totale è stato suddiviso in 4 categorie: 0.0 g, 0.1-9.9 g, 10.0-29.9 g e almeno 30 g al giorno. Queste categorie corrispondevano all'incirca a 0, 1, 2 e più di 2 bicchieri al giorno.

Rispetto agli uomini sopravvissuti a un primo infarto miocardico ed erano non-bevitori, coloro che bevevano 0.1-9.9 g al giorno avevano un rischio di mortalità per tutte le cause inferiore del 22%, coloro che bevevano 10.0-29.9 g al giorno avevano un rischio inferiore del 34% e quelli che bevevano 30 g al giorno o più avevano un rischio inferiore del 13%.

Rispetto agli uomini che erano sopravvissuti a un primo infarto miocardico ed erano non-bevitori, coloro che bevevano 0.1-9.9 g al giorno avevano un rischio inferiore del 26% per la mortalità cardiovascolare, coloro che bevevano 10.0-29.9 g al giorno avevano un rischio inferiore del 42% e quelli che bevevano 30 g al giorno o più avevano un rischio inferiore dello 0.02%.

Nell’analisi per sottogruppi in base al sito iniziale di infarto miocardico e frazione di eiezione ventricolare sinistra, il consumo moderato di alcol ( 10.0-29.9 g/die ) è risultato inversamente associato con la mortalità per tutte le cause tra gli uomini con infarto non-anteriore e quelli con eiezione ventricolare sinistra leggermente diminuita ( normale oppure 40% o più ).

Questi risultati hanno suggerito che il consumo moderato di alcol può essere più utile per gli uomini con infarto non-anteriore o con funzione ventricolare lievemente diminuita, ma va notato che gli intervalli di confidenza si sovrappongono in questi sottogruppi. Sono necessari ulteriori esami per determinare la possibilità di un consumo moderato di alcol tra gli individui affetti da gravi patologie cardiovascolari. ( Xagena2012 )

Fonte: European Heart Journal, 2012


Cardio2012



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