Uno studio ha mostrato che la copeptina è un predittore di mortalità nei pazienti con insufficienza cardiaca, soprattutto in quelli con sintomi lievi o moderati.
La vasopressina è correlata alla gravità e all’esito dell’insufficienza cardiaca, ma è di difficile misurazione.
Ricercatori dell’Università di Vienna hanno incentrato l’osservazione su un precursore della vasopressina, la copeptina.
Allo studio hanno preso parte 786 pazienti con scompenso cardiaco cronico.
Nel corso del periodo osservazionale in media di quasi 16 mesi, il 30% dei pazienti è morto.
Il peptide natriuretico di tipo B ( BNP ), la porzione N-terminale del pro-BNP ( NT-proBNP ) e la copeptina erano in grado di predire la mortalità ( p=0.0005 ).
La classe funzionale NYHA ( New York Heart Association ) è risultato essere il più potente predittore di mortalità nei pazienti di classe II e III.
La copeptina ha mostrato di essere il più potente predittore di mortalità nei pazienti in classe II e III.
La copeptina era anche associata alla mortalità nei pazienti in classe NYHA IV, sebbene i livelli sierici di sodio e la velocità di filtrazione glomerulare fossero i più forti predittori. ( Xagena2008 )
Fonte: Journal of American College of Cardiology, 2008
Cardio2008