In una meta-analisi di studi non-randomizzati nel mondo reale, gli anticoagulanti orali diretti sono risultati sicuri ed efficaci quanto gli antagonisti della vitamina K nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare.
Sono stati presi in esame studi versus antagonisti della vitamina K: 49 studi di Rivaroxaban ( Xarelto ), 79 studi di Dabigatran ( Pradaxa ), e 18 studi di Apixaban ( Eliquis ).
L'analisi includeva la sicurezza, definita come emorragia intracranica, l'efficacia, definita come ictus ischemico, e la non-persistenza, definita come una interruzione del trattamento di 60 giorni o più.
Rispetto agli antagonisti della vitamina K, Rivaroxaban è risultato associato a un minor rischio di ictus ischemico ( hazard ratio, HR = 0.83, IC 95%, 0.75-0.93 ), emorragia intracranica ( HR = 0.69, IC 95%, 0.52-0.9 ) e non-persistenza ( HR = 0.62, IC 95%, 0.6-0.65 ).
Dabigatran era associato a un rischio ridotto di ictus ischemico ( HR = 0.8, IC 95%, 0.65-0.98 ) e di emorragia intracranica ( HR = 0.45, IC 95%, 0.36-0.58 ) ma non di persistenza ( HR = 0.91; IC 95% , 0.53-1.55 ) rispetto agli antagonisti della vitamina K.
Apixaban rispetto agli antagonisti della vitamina K ha ridotto il rischio di emorragia intracranica ( HR = 0.41, IC 95%, 0.28-0.6 ) ma non l'ictus ischemico ( HR = 1.01, IC 95%, 0.87-1.17 ) o la non-persistenza ( HR = 1.08; IC 95 %, 0.81-1.45 ). ( Xagena2019 )
Fonte: Journal of Market Access & Health Policy, 2019
Cardio2019 Neuro2019 Farma2019