Le morti per malattia coronarica sono spesso causate da aggregazione piastrinica con sviluppo di trombosi, e susseguente infarto miocardico.
L’impiego di Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ), un antiaggregante, è risultato in grado di ridurre il rischio di infarto miocardico.
Recenti studi hanno mostrato che alcuni pazienti affetti da diabete possono essere meno responsivi all’Aspirina.
Ricercatori del Sinai Hospital, negli Stati Uniti, hanno studiato 120 pazienti, di cui 30 con diabete e con malattia coronarica stabile.
Questi pazienti sono stati asseganti in modo casuale a ricevere 81mg, 162mg e 325mg di Aspirina, per 4 settimane cascuno, per un totale di 12 settimane.
In generale, la prevalenza della resistenza all’Aspirina è risultata bassa ( meno del 5% ) durante il periodo di trattamento con 81mg di Aspirina.
Tuttavia, la resistenza ad 81mg di Aspirina è risultata più alta nei pazienti affetti da diabete.
E’ stato anche osservato che la resistenza all’Aspirina tra i pazienti diabetici si riduceva all’aumentare del dosaggio del farmaco.
A 325mg/die, l’aggregazione piastrinica indotta dal collagene si è ridotta in modo significativo dal 54 al 29%.
Lo studio ha evidenziato che i pazienti con diabete e malattia coronarica presentano una più alta prevalenza di resistenza alla terapia con Aspirina a bassi dosaggi, con conseguente maggiore rischio di trombosi.
Tuttavia, a più alti dosaggi di Aspirina è stata osservata una migliore inibizione dell’aggregazione piastrinica nei pazienti con diabete. ( Xagena2007 )
Fonte: American College of Cardiology Meeting, 2007
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XagenaFarmaci_2007