Tra gli studi recentemente riportati sui farmaci che abbassano il colesterolo, lo studio JUPITER ( Justification for the Use of Statins in Primary Prevention ) è un caso unico: segnala una sostanziale diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari tra i pazienti senza malattia coronarica e con livelli di colesterolo normali o bassi.
È stata effettuata un’attenta revisione dei risultati e dei metodi utilizzati nello studio e si è fatto un confronto con i dati attesi. È risultato che lo studio è stato viziato da difetti. È stato sospeso ( in base alle norme pre-specificate ) dopo meno di 2 anni di follow-up, senza differenze tra i 2 gruppi sui criteri più obiettivi.
I dati clinici hanno mostrato una sensibile discrepanza tra significativa riduzione di ictus non-fatale e infarto miocardico, ma nessun effetto sulla mortalità da infarto miocardico e ictus.
La mortalità cardiovascolare era sorprendentemente bassa rispetto alla mortalità totale ( 5-18% ), mentre il tasso atteso sarebbe stato vicino al 40%.
Infine, c'è stato un tasso molto basso di casi ad esito fatale di infarto del miocardio, lontano dal numero previsto vicino al 50%.
La possibilità che fattori di confondimento siano entrati nella sperimentazione è particolarmente preoccupante, a causa del forte interesse commerciale che rivestiva lo studio.
In conclusione, i risultati della revisione non supportano l'uso del trattamento con statine per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari e sollevano interrogativi inquietanti sul ruolo degli sponsor commerciali. ( Xagena2010 )
de Lorgeril M et al, Arch Intern Med 2010; 170: 1032-1036
Cardio2010