Lo studio CANTOS ha mostrato che i pazienti con una storia di infarto miocardico e un elevato livello di proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hs-CRP ) trattati con Canakinumab hanno presentato un tasso inferiore di eventi cardiovascolari ricorrenti rispetto al placebo.
Sono stati analizzati i dati di 10.061 pazienti ( età media, 61 anni, 26% donne, valori medi di CRP: 4.2 mg/L, valori medi di colesterolo LDL: 82.4 mg/dL ) con una storia di infarto miocardico e un livello di proteina C-reattiva ad alta sensibilità di almeno 2 mg/L con strategie di prevenzione secondaria aggressive.
I pazienti sono stati assegnati a Canakinumab a diversi dosaggi ( 50, 150 o 300 mg ) oppure a placebo, somministrati per via sottocutanea una volta ogni 3 mesi.
Nel gruppo Canakinumab 300 mg, le prime due dosi sono state somministrate ogni 2 settimane, e in seguito una volta ogni 3 mesi.
Il follow-up mediano è stato di 3.7 anni.
L'endpoint primario di efficacia era la prima comparsa di ictus non-fatale, infarto miocardico non-fatale o morte per cause cardiovascolari.
L'endpoint secondario di efficacia chiave era qualsiasi componente dell'endpoint primario in aggiunta a ospedalizzazione per angina instabile che ha portato a una rivascolarizzazione urgente.
Altri endpoint secondari includevano la morte per qualsiasi causa e un composito di ictus non-fatale, infarto miocardico non-fatale o morte per qualsiasi causa.
I risultati sono stati contemporaneamente pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).
A 48 mesi, rispetto a quelli assegnati al placebo, la riduzione del livello di CRP è stata del 26% maggiore nei pazienti trattati con Canakinumab 50 mg, del 37% in quelli assegnati alla dose di 150 mg e del 41% in quelli assegnati alla dose di 300 mg ( P inferiore a 0.001 per tutti i confronti ).
Il colesterolo HDL e il colesterolo LDL non sono diminuiti in nessuno dei gruppi trattati con Canakinumab.
Il tasso di incidenza per l'endpoint primario al follow-up è stato di 4.11 eventi per 100 anni-persona nel gruppo 50 mg, 3.86 eventi per 100 anni-persona nel gruppo 150 mg, 3.9 eventi per 100 anni-persona nel gruppo 300 mg e 4.5 eventi per 100 anni-persona nel gruppo placebo.
E' emerso che la dose da 150 mg di Canakinumab ha avuto un effetto significativo sull'endpoint primario rispetto al placebo ( hazard ratio, HR=0.85; IC 95%, 0.75-0.98 ).
Il gruppo di 300 mg ha presentato, versus placebo, un hazard ratio ( HR ) simile al gruppo 150 mg ( HR = 0.86; IC 95%, 0.75-0.99 ), ma il suo valore P ( 0.0314 ) non ha raggiunto la soglia di significatività.
I pazienti assegnati a 50 mg di Canakinumab non hanno manifestato un effetto significativo rispetto al placebo ( HR=0.93, IC 95%, 0.8-1.07 ).
La dose da 150 mg di Canakinumab ha anche soddisfatto la soglia di significatività statistica rispetto all'endpoint secondario cardiovascolare ( HR=0.83, IC 95%, 0.73-0.95 ).
Rispetto al gruppo placebo, è stata riscontrata una maggiore incidenza di mortalità nei gruppi di pazienti trattati con Canakinumab a causa di infezione o sepsi ( tasso di incidenza, 0.31 versus 0.18 eventi per 100 anni-persona, P = 0.02 ).
Non c'è stata differenza tra i gruppi per la mortalità per qualsiasi causa ( HR=0.94, IC 95%, 0.83-1.06 ).
Nonostante non si sia verificata alcuna riduzione significativa dei livelli di colesterolo in questo studio, l'entità dell'effetto sugli eventi cardiovascolari con Canakinumab ( somministrato ogni 3 mesi ) è risultata simile a quella associata agli anticorpi monoclonali mirati anti-PCSK9 ( dati ogni 2 a 4 settimane ).
Tuttavia, l'inibizione della interleuchina-1 beta ( IL-1 beta ), bersaglio di Canakinumab, è solo uno dei molti potenziali percorsi antinfiammatori che potrebbero rappresentare obiettivi per l'atero-protezione.
Altri interventi anti-infiammatori, come quelli che inibiscono direttamente la funzione NLRP3 o che alterano la segnalazione di interleuchina-6 ( IL-6 ), possono anche essere utili per ridurre il rischio cardiovascolare. ( Xagena2017 )
Fonte: ESC ( European Society of Cardiology ) Congress, 2017
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