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Heavy Metals and Myocardial Infarction Study: il mercurio, contenuto nel pesce, aumenta il rischio di infarto miocardico


Il mercurio contenuto nel pesce può contrastare l’effetto benefico degli acidi grassi n-3.
Uno studio caso-controllo, compiuto in 8 Paesi Europei ed in Israele, ha valutato l’associazione tra i livelli di mercurio nelle unghie dei piedi ed i livelli di acido docosaesaenoico ( DHA ) nel tessuto adiposo, ed il rischio di primo infarto miocardico tra gli uomini.
Hanno preso parte allo studio 684 pazienti maschi, con una diagnosi di primo infarto miocardico.
Il livello medio di mercurio nelle unghie dei piedi nei controlli è stato di 0,25 microg/g.
Il livello di mercurio aggiustato per il livello di DHA nei pazienti è stato maggiore del 15% rispetto ai controlli ( range 5-25% ).
L’odds ratio dell’infarto miocardico, aggiustato per i fattori di rischio, è stato pari a 2,16 (1,09-4,29: P per tendenza=0,006).
Dopo aggiustamento per il livello di mercurio, il livello di DHA è risultato inversamente associato al rischio di infarto miocardico ( odds ratio:0,59; 0,30-1,19; P per tendenza=0.02 ).
Il livello di mercurio nelle unghie dei piedi è risultato direttamente associato al rischio di infarto miocardico, mentre i livelli di DHA nel tessuto adiposo erano inversamente associati.
Pertanto l’alto contenuto di mercurio può ridurre l’effetto cardioprotettivo esercitato dal consumo di pesce ( Xagena2002 )

Guallar E et al, N Engl J Med 2002; 347: 1747-1754


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