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Farmaci ipolipemizzanti: reazioni avverse da statine


Le statine, anche note come inibitori di HMG-CoA reduttasi, sono una classe di farmaci ipolipemizzanti che riducono la morbilità e la mortalità in coloro che sono ad alto rischio di malattia cardiovascolare.
Sono i più comuni farmaci usati per ridurre I livelli di colesterolo e per questo sono largamente impiegati nella prevenzione primaria in persone ad alto rischio di malattia cardiovascolare, e anche nella prevenzione secondaria in coloro che già hanno sviluppato la malattia cardiovascolare.

Le reazioni avverse ad oggi note delle statine includono il dolore muscolare, l’incremento del rischio di diabete mellito e un aumento anomalo dei livelli ematici degli enzimi epatici. Inoltre questi farmaci sembrano provocare gravi effetti collaterali, in particolare rabdomiolisi.

Nonostante il beneficio delle terapie con statine sia nella prevenzione primaria sia in quella secondaria della malattia cardiovascolare, la loro sicurezza nel lungo periodo ha posto diverse domande.
I potenziali effetti dannosi della terapia con statine su muscoli e fegato sono conosciuti da tempo, ma nuovi timori sono emersi riguardanti il rischio di insorgenza di diabete mellito, deficit cognitivo e ictus emorragico associato all’uso di statine e, inoltre, il rischio di ottenere livelli estremamente bassi di colesterolo LDL, una condizione considerata dannosa.

I sintomi muscolari correllati alla terapia con statine sono un effetto avverso molto riportato ( presente nel 10-29% dei pazienti che assumono la terapia con statine, secondo gli studi osservazionali ).
Questa osservazione è in netto contrasto con i risultati degli studi controllati randomizzati, che spesso riportano minime differenze nel tasso di sintomi muscolari tra il gruppo trattato con statine e il gruppo trattato con placebo.
Questi effetti avversi sono una comune causa di interruzione della terapia con statine, nonostante il ben conosciuto beneficio cardiovascolare.

Gli effetti avversi muscolari della terapia con statine si caratterizzano con mialgie, crampi e debolezza.
L’incidenza di miopatia con elevazione della creatin-chinasi maggiore di 10 volte il limite superiore di normalità e rabdomiolisi è rara.

Le line guida ACC / AHA del 2013, insieme con le linee guida internazionali, stabiliscono il primato delle statine nel ridurre il rischio di malattia aterosclerotica sia nella prevenzione primaria che secondaria.
Anche con queste evidenze di beneficio, gli effetti avversi sono stati citati come la maggiore causa che limita i pazienti dall’assumere e dall’aderire alla terapia.
Quanto di questi sintomi muscolari sia realmente causato dall’effetto farmacologico delle statine oppure invece un effetto nocebo, o entrambe le cose, è però controverso.

Per quanto riguarda gli effetti avversi epatici, nonostante l’epatotossicità fosse precedentemente considerata un effetto avverso associato alle statine, data l’alta frequenza di elevati valori di enzimi epatici nel plasma, evidenze mostrano che le statine sono molto sicure e rispettano il fegato e possono essere utilizzate in un’ampia varietà di malattie epatiche.
I livelli di enzimi epatici non hanno bisogno di essere controllati routinariamente nei pazienti che ricevono terapia con statine, a meno che non diventino sintomatici.
Le statine si sono mostrate inoltre sicure in una varietà di altre malattie epatobiliari, incluse la steatoepatite non-alcolica ( NASH ) e l’epatite C.

Altri effetti avversi delle statine come l’aumentata insorgenza di diabete in un periodo di 5 anni è molto piccola.
I rischi sono generalmente più alti in individui già precedentemente a rischio di sviluppo di diabete, come i pazienti con sindrome metabolica e sindrome pre-diabetica.
E' comunque prudente consigliare di mantenere uno stile di vita sano durante la terapia con statine, con enfasi sulla dieta, esercizio fisico e perdita di peso.

Nonostante le statine abbiano dimostrato di ridurre il rischio globale di ictus ischemico in molti gruppi di popolazione studiata, lo studio SPARCL è stato il solo studio a dimostrare un incremento significativo di rischio di ictus emorragico.
Nella gran parte degli studi le statine sono risultate sicure in una larga parte dei pazienti con precedente ictus.( Xagena2018 )

Adhyaru BB et al, Nat Rev Cardiol 2018;15: 757-769

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