Un’analisi dei dati dal National Cardiovascular Data Registry ( NCDR ) ha rivelato che le deviazioni dalle lineeguida basate sull’evidenza per i defibrillatori cardioverter impiantabili ( ICD ) sono diffuse.
Inoltre, gli impianti di ICD non raccomandati dalle lineeguida sono associati a una più alta incidenza di complicanze a livello ospedaliero.
Uno studio retrospettivo ha preso in esame 111.707 impianti nel registro NCDR-ICD per il periodo 2006-2009.
Dall’analisi è emerso che il 22.5% di queste procedure non hanno soddisfatto i criteri per l'impianto di un ICD nelle principali lineeguida dell’European Society of Cardiology ( ESC ), American Heart Association ( AHA ) e American College of Cardiology ( ACC ).
Le linee guida non-raccomandano l'impianto di un ICD entro 3 mesi da una diagnosi iniziale di scompenso cardiaco o entro 40 giorni da un infarto miocardico.
Ma tra i 24.145 impianti dello studio, 15.604 sono stati eseguiti entro 3 mesi dalla diagnosi iniziale di scompenso cardiaco, 5.601 entro 40 giorni da un infarto miocardico acuto, e 3.656 in pazienti che avevano sofferto di un infarto miocardico più di 40 giorni prima dell'impianto di ICD e poi un altro infarto miocardico entro 40 giorni dall'impianto.
Ci sono stati anche 3.022 impianti in pazienti con sintomi di scompenso cardiaco di classe NYHA 4.
Rispetto ai pazienti con ICD che hanno incontrato i criteri delle lineeguida, coloro che hanno ricevuto ICD non-basati sull'evidenza hanno presentato un rischio significativamente maggiore di morte ospedaliera ( 0.57% vs 0.18%, p inferiore a 0.001 ) e di complicanze postprocedura ( 3.23% vs 2.41%, p inferiore a 0.001 ).
I pazienti con impianto ICD non-basato sull'evidenza erano generalmente più anziani e più gravemente malati rispetto a quelli con ICD basati sull’evidenza, ma la differenza nelle complicanze è persistita anche dopo aggiustamento per le differenze basali. ( Xagena2011 )
Fonte: JAMA, 2011
Cardio2011