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Molti pazienti dopo infarto miocardico non assumono Aspirina


Una meta-analisi di studi clinici randomizzati ha riportato che i pazienti che assumono Aspirina per la prevenzione secondaria dopo infarto miocardico acuto presentano una riduzione della mortalità.

Tuttavia, un significativo numero di pazienti non assume Aspirina dopo infarto miocardico.

Ricercatori tedeschi hanno analizzato il registro MITRA ( Maximal Individual Therapy in Acute Myocardial Infarction ) con l’obiettivo di descrivere l’outcome ( esito ) dei pazienti che non assumono Aspirina.

Al 10% ( 509/4.902 ) dei pazienti con infarto miocardico dimessi dall’ospedale non è stata prescritta l’Aspirina.

Le controindicazioni relative all’Aspirina si riferivano a storia di ulcera peptica ( OR = 2.49 ), sanguinamento durante il ricovero ospedaliero ( OR = 3.56 ).

Le controindicazioni assolute all’Aspirina erano rare ( 2.2% ).

A questi pazienti sono anche stati somministrati con minore frequenza altri farmaci di provata efficacia, quali: beta-bloccanti: 49% versus 61.9%, Ace inibitori: 65.6% versus 70.2%, statine: 12.2% versus 15.1%.

I pazienti ai quali non era stata prescritta l’Aspirina sono risultati ad alto rischio di eventi vascolari.

La mortalità ad 1 anno è stata 2 volte superiore tra i pazienti che non hanno ricevuto l’Aspirina rispetto ai pazienti trattati con l’antiaggregante piastrinico ( 16.5% versus 8.3%; p < 0.001 ).( Xagena2004 )

Frilling B et al, Am Heart J 2004; 148: 306-311

Cardio2004 Farma2004


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